Sotto l'albero vetusto dei gelsi
caroselli di mosche
che si poggiano insolenti
sulla mia, sulla tue pelle;
cigola l'altalena
mentre si decolla
fin sopra le montagne,
ove ci sfida il falco
proprietario delle valli
e degli infiniti spazi.
Ecco la gloria del Mezzogiorno,
ove splendono gli alberi fulgidi
e le arance tardive
e le mele che piegano i rami
prodigali porgendo abbondanti doni,
e ridenti nell'abbondanza.
Qui l'avarizia tace.
Serenella avanza tra le mie braccia,
scodinzolante, pazza di rivedermi,
e mi guarda e mi guarda,
con l'ultimo sguardo
di mia madre,
che indugiava sul mio viso
e sembrava dire
"La vita prosegue,
avanti, avanti".
Quest'anno è un'estate continua,
oltre ottobre, oltre novembre,
sembra che il sorriso
non voglia abbandonare la terra.
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